Open/Close Menu Fondation Alain Daniélou
Dessin au Quartier Drouot - Alain Daniélou

All interno della manifestazione « Disegni » al Quartier Drouot
Laure e Hervé Péron sono lieti di invitarvi al cocktail del vernissage giovedi 15 marzo 2018 alle 18.00.

Galerie Hervé Péron
28 passage Verdeau
75009 Paris
+33 1 47 70 60 74

Mostra dal venerdi 16 al sabato 31 marzo 2018.

Alain Daniélou e le Arti

Alain Daniélou attraversa il ventesimo secolo in modo radicalmente originale. Figlio di una madre insegnante molto religiosa e di un padre più volte ministro, a partire dalla sua giovinezza ci si stupisce di vederlo crescere, nonostante la famiglia conservatrice, con lo sguardo rivolto prevalentemente alle arti.

Oggi lo chiameremmo “un bambino prodigio” per quanto precocemente si lanciò nella pittura (abbiamo degli acquerelli che risalgono a quando aveva 12 anni), nel canto, verso il piano e successivamente verso la danza.Nonostante la sua vita nomade e le numerose attività che ha svolto in tutta la sua vita, la pittura è rimasta una costante fino alla sua morte nel 1994.


La Fondazione Alain Daniélou , fondata dallo stesso Danielou, raccoglie una grande parte di queste opere, principalmente gli acquerelli.
Citerei tra gli altri :

Una serie di 103 disegni in cui viene illustrato un tour del mondo nel 1936/37
Una serie Costa Azzurra
Una serie in corsa
Una serie algerina (1926)
Una serie Obock presso Henry de Monfreid in Somalia
Una serie al collegio d’Annapolis (USA)
Un fondo indiano con moltissimi disegni anatomici, dei ritratti e degli oli realizzati in tutto il subcontinente indiano da Benares a Pondicherry, dall’Himalaya al Bengala (1930/1958)
Un’altra importante serie europea, principalmente italiana.
Sarà solo più tardi, alla fine degli anni 80 e all’inizio degli anni 90, che presenterà la sua opera a Parigi, tra le altre alla galleria Régine Lussan in via dell’Odeon nel sesto arrondisement.
Il suo pittore preferito è sempre stato William Turner. Quand’era adolescente faceva già viaggi a Londra per ammirare la sua collezione conservata alla Tate Gallery.

Dalle sue memorie: (“Il cammino del Labirinto, l’Età dell’uomo” Losanna 2015 e ebook Asieur), pagine 340/341:

Acquerelli

A partire dalla mia infanzia ho sempre dipinto, in particolare ad acquerello, perchè permette di tradurre direttamente dall’atmosfera di un paesaggio, una sorta di analisi intuitiva delle componenti della bellezza del mondo.
L’olio invece, conviene per i ritratti dei personaggi e per le composizioni. Esiste un medium meno fluido, meno leggero per le immagini fugaci.
Ho praticamente smesso di dipingere durante i miei anni a Berlino (1963/1980). Non me lo potevo permettere. Ho ricominciato con grande gioia a trascrivere negli acquerelli la tenerezza che ho provato per i passaggi, i cieli, gli alberi avvolti nelle ombre o immersi nel sole.

Nel 1987, la galleria parigina di Régine Lussan mi ha proposto di realizzare una retrospettiva dei miei acquerelli: immagini dell’Africa, dell’India, dell’Italia. Ne fui molto felice e, con mia sorpresa, Régine trovò degli acquirenti per un buon numero delle mie modeste opere. Ho venduto numerosi acquerelli quando sono stato studente in America. Ho dovuto attendere sessant’anni per ritrovare un pubblico caloroso. E’ anche vero che il triste periodo dell’arte astratta aveva distratto la pittura dall’osservazione della realtà. Mi ricordo di Maurice Sachs che mi diceva che non capiva perché mai io amassi l’arte di Turner e Monet e non potessi apprezzare Picasso, Braque e il cubismo. 

Nel frattempo mi sono divertito ad ornare la piscina del Labirinto di affresci e di figure etrusche e a imitare la pittura romana per decorare i muri del mitreo, un piccolo santuario a Mithra che ho fatto costurire all’interno di una delle ali della casa.
Nel 1989 Régine Lussan organizzo una seconda esposizione. Le mostrai dei nuovi acquerelli delle città e dei paesaggi d’Italia, di Venezia, di Firenze e di Roma. E nuovamente nel 1991, molti dei miei ricordi dell’India così come la visita a Henry di Monfreid sul Mar Rosso, hanno cominciato a decollare.

Inoltre non ho mai esposto i grandi oli che si susseguono sulle pareti di casa mia, che rappresentano persone e animali.

Jacques Cloarec, Losanna (Marzo 2018)

DISEGNI


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